Ding dong, the witch is (not) dead.
E noi, bambinæ negli anni ‘90, tuttæ pazzæ per il whimsigothic.
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Tremate, tremate, le streghe son tornate, così urlavano le nostre antenate in uno slogan femminista degli anni ‘70, ma le streghe se ne sono mai andate? Io penso di no.
Quando ero bambina, tutte le mie amiche volevano vestirsi da principessa per Carnevale, io volevo vestirmi da strega. Un febbraio, una mia compagna di classe aveva organizzato una festa in maschera per il suo compleanno, e ricordo che mi era stato comprato un abito da principessa - andavano forti - ma a me non piaceva. Lo avevo messo lo stesso, e già odiavo andare alle feste, potete immaginare quanto mi sia divertita, in un vestito in cui non mi sentivo a mio agio, in mezzo ad altri bambini: uno strazio, insomma. Pensandoci adesso, le mie paturnie suonano da ingrata, ma cosa volete farci, avevo 8 anni.
Qui nessuno festeggiava Halloween1, per cui io e altre due/tre amichette suonavamo campanelli nel palazzo di una di loro (sempre quella della festa di compleanno in maschera, per intenderci), e la maggior parte della gente, di fronte al classico dei classici “dolcetto o scherzetto?” ci guardava aggrottando la fronte e con un “eh?” in bocca. Okay, pazienza, ci siamo divertite. Adesso è tutto diverso. Per i bambini di oggi, è tutto diverso. Dovreste ringraziarci, a noi bambini degli anni ‘90, piccolæ ingratæ. We paved the way.
Detto ciò, qualche anno dopo, mettermi lo smalto nero era già abbastanza, per me. Ero felice e non lo sapevo.
“Practical Magic” (“Amori & Incantesimi” il titolo italiano) divenne ben presto la mia religione, la mia ossessione, la mia estetica - quando ancora il termine æsthetic non era nei nostri piani. Avevo 10 anni e sognavo di essere una Gillian, quando in realtà ero una Sally - e ora penso di essere entrambe e nessuna, e va bene così. Anzi, forse a pensarci bene sono un po’ una zia Frances, non trovate?
Tutto questo per arrivare al punto in cui mi sembra più che lecito che, anni e anni dopo, noi, proprio noi, che siamo cresciutæ negli anni ‘90, ci ritroviamo inesorabilmente attrattæ dall’estetica del whimsigothic.
WHIMSIGOTHIC (o whimsigoth):
WHIMSICAL (stravagante, capriccioso) + GOTHIC.
Il termine viene coniato da Evan Collins, co-fondatore del “Consumer Aesthetics Research Institute”. È un gotico dai risvolti bohémien, un dark academia senza i classici greci ma con i manuali di incantesimi, dove ci si veste di velluto e pizzi, e in cui il total black è surclassato da viola fondi, bordeaux freddi e verdi foresta; al collo un cristallo e alle dita anelli d’argento e oro e pietre preziose; addosso, corsetti e stampe floreali (non solo in primavera che, come disse una saggia, è “avanguardia pura”).
Candele? Sì, grazie, in abbondanza. Luci spente, fiamme alte. Una tisana alle erbe bevuta prima di dormire. Una passeggiata in un bosco la domenica mattina.
Le muse: Florence Welch de i Florence and the Machine, Lisa Bonet, Stevie Nicks.
Le ispirazioni: Practical Magic (film; 1998), Sabrina, the Teenage Witch (serie tv; 1996-2003), Buffy the Vampire Slayer (serie tv; 1997-2003), Charmed (serie tv; 1998-2006), Hocus Pocus (film; 1993).
“I really feel like it’s a rebellion. People are looking to spirituality or astrology or intuition to have comfort and explore new ways of being. It’s owning the female identity, the divine feminine.”
Andrea Diodati, assistant professor al Fashion Institute of Technology
Gli universi astrologico e astronomico influenzano il whimsigothic non solo nei tessuti impalpabili che possiamo indossare, ma anche nell’home decor che, più in generale, si rifà a quell’estetica a noi così cara che è un po’ come tornare a casa: vi ricordate la villa di Gillian e Sally in Practical Magic? O quella delle sorelle Halliwell in Charmed? O la stanza di Sabrina Spellman in Sabrina, the Teenage Witch? Quante volte abbiamo sognato una camera come quella?
“It’s infusing a sense of childlike wonder into a gothic setting.”
Aino Heinäsuo, head of design da Redecor
For those of us that grew up during the ’90s and early ’00s, there’s a delectable amount of nostalgia infused within the style2. Ed è proprio così: indugiamo nel whimsigothic e intanto riviviamo il nostro passato, ciò che per noi era già affascinante pur senza rendercene conto.
In fondo, we are the granddaughters of the witches you weren’t able to burn.
non che adesso qualcuno lo festeggi davvero, è solo un’occasione per comprare dolcetti e far girare l’economia, ma va bene anche questo
Hannah Baxter, scrittrice e creative consultant